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Cibi light, un grande affare non per la salute
Senza zuccheri aggiunti, leggero, light, meno calorie, magro: sono solo alcune delle definizioni che troviamo sugli alimenti per vantarne la leggerezza. Chi crede che i prodotti light abbiano automaticamente meno calorie, si sbaglia. In molti casi sono gli stessi prodotti ma più cari, come è stato rilevato anche dalla nostra inchiesta. Perché acquistarli se non sono buoni, costano di più e ne mangi il doppio perché non saziano?
Sembra una parola dai poteri magici ma il più delle volte è solo un’illusione. Solo leggendo “leggero” il consumatore pensa che corrisponda a “più digeribile” o addirittura “più sano”.
Salsicce, formaggio, bibite, yogurt, biscotti, margarine: tutto esiste in versione “light”. Ma dovrebbe far riflettere il fatto che proprio negli Stati Uniti, patria del “fatfree” (esistono ormai più di 5’000 alimenti
alleggeriti) quasi la metà della popolazione è in sovrappeso e ben il 30% è gravemente obesa. Questo dovrebbe, quindi, suonare come un campanello d’allarme.
Siamo davvero sicuri che acquistando un prodotto light stiamo veramente scegliendo un alimento più leggero?
Purtroppo accade spesso che dal confronto delle etichette nutrizionali tra un prodotto
"normale" e uno light non ci sia nessuna differenza, o addirittura risultano più magri o leggeri quelli che non presentano slogan.
Ancora una volta, il faro che può guidarci è solo l'etichetta nutrizionale.
L’unico modo per orientarsi è leggere l’etichetta ma anche questa operazione non è facile perché manca un’uniformità grafica, i caratteri sono il più delle volte microscopici e resi illeggibili dai colori della
Leggere le etichette
Secondo l’art. 174 dell’Oderr. un alimento può essere definito light/ leggero/léger se il valore energetico del prodotto finito e pronto per il consumo è ridotto di 1/3 rispetto al prodotto equivalente “normale”; detto in altri termini il prodotto light deve avere il 30% di calorie in meno.
Questo è prescritto dal 1° luglio scorso anche nell’Unione Europea.
Un alimento è “povero” in energia se il valore energetico è ridotto almeno del 50%. confezione. E poi siamo spesso di fretta e tendiamo a farci influenzare più dalla pubblicità che dall’informazione.
Così ci facciamo prendere, senza verificare, da indicazioni generiche, come “meno calorie” (rispetto a cosa?) o riferite a ingredienti anziché a sostanze nutritive, tipo “30% di olio in meno” (rispetto a cosa?).
Meno grassi o meno zuccheri? Non è la stessa cosa
La riduzione di calorie nei prodotti "light" può avvenire, a seconda del prodotto, mediante un:
✔ ridotto contenuto di zucchero: lo zucchero viene sostituito da dolcificanti privi quasi completamente di valore calorico.
Tali prodotti sono più poveri di calorie e non rovinano i denti. Taluni di questi prodotti vengono tuttavia classificati come dannosi
per la salute:
● Ciclamato (E952): esperimenti sugli animali hanno dimostrato che può essere cancerogeno, per questo è stato vietato negli Stati Uniti.
● Saccarina (E954): anche in questo caso esprimenti effettuati sugli animali ne hanno dimostrato la cancerogenità, negli Stati Uniti è ammesso soltanto se riporta l'avvertenza di pericolosità.
● Aspartame (E951): sospetto di effetti neurotossici come mal di testa, oscillazioni di umore;
✔ ridotto contenuto di grasso: per diminuire il contenuto di grassi si utilizzano:
● miscugli a maggior contenuto di acqua anziché grasso, per esempio margarina
semigrassa costituita per il 40-60% da grasso vegetale e per il 60-40% da acqua o surrogati del grasso che hanno un gusto cremoso, simile al grasso, e che possono ridurre l'impiego di grasso nei seguenti alimenti:
salse, condimenti, creme da spalmare, dessert a base di latte, quark, gelati, maionese,
burro, margarina, crema al cioccolato, formaggio. Un ridotto contenuto di grasso
viene valutato positivamente perché tendiamo a consumare più grassi del necessario e quindi i prodotti con contenuto di grasso ridotto possono aiutare a ridurre il consumo di grassi in generale e in particolare di quei grassi nascosti (spesso saturi e trans, dannosi per il nostro organismo). Ci sono, tuttavia, modi più “naturali” di ridurre l’assunzione di grassi.
Rischio di aumentare le porzioni
La sensazione di sazietà non dura tuttavia a lungo e così aumenta il rischio di divorare una razione doppia di prodotti "light", cosa che rende impossibile una durevole riduzione di peso. I prodotti "light"
ottenuti con diluizioni a base di acqua, inoltre, contengono spesso più additivi del prodotto "normale" non modificato.
Se non cambiano le abitudini alimentari...
Il consumo di prodotti "light" non garantisce una diminuzione di peso di lunga durata, perché non contribuiscono a migliorare le abitudini alimentari individuali.
I prodotti "light" inducono al consumo di porzioni più grandi: credendo di assumere poche calorie, si mangia e si beve di più e pertanto non si risparmiano affatto energie.
...e troppe trasformazioni ...
I prodotti "light" di norma subiscono forti processi di trasformazione: per ottenere un prodotto dal gusto accettabile e che duri nel tempo sono necessari molti additivi e molta energia. In questo modo vanno
perdute importanti componenti come le vitamine, pregiati acidi grassi, aromi e sapori.
Un errato comportamento alimentare può venir consolidato dal consumo di prodotti "light": non tutti i prodotti riportanti la definizione "light" contengono veramente qualcosa di leggero: un formaggio "light" non scremato o una crema al cioccolato "light" sono sempre delle bombe caloriche.
Paghiamo di più ingredienti senza valore
Nella versione light il consumatore spesso paga ingredienti che costano poco.
Per esempio, nella maionese light viene tolto in parte l’olio e sostituito con acqua. Il
cioccolato light ha meno burro di cacao, la mozzarella light e gli yogurt magri sono ottenuti da latte scremato, meno costoso del latte intero.
Latte Latte scremato (33 Kcal) Latte intero (61 Kcal)
Vi è un apporto ridotto di colesterolo. Circa 2 mg nel latte scremato contro i 15 mg del latte intero.
Valutazione: sì, se si bevono 1-2 tazze al giorno. Bambini: no!
Yogurt light
Si tratta di uno yogurt magro al quale viene aggiunta la frutta conservata senza zucchero. È addolcito con dolcificanti ipocalo -rici. Meglio lo yogurt naturale senza alcuna aggiunta.
Valutazione: no
Ricotta light
Fornisce 135 Kcal contro le 146 della ricotta normale. La ricotta infatti è già un formaggio magro per definizione. In questo caso il modico risparmio calorico rispetto alla ricotta tradizionale non ne giustifica la
maggiorazione di prezzo.
Valutazione: no
Panna light
(semigrassa, panna da caffè, creme vegetali): il risparmio calorico è dato dal minor contenuto di grassi, la composizione varia molto da prodotto a prodotto. Non è un alimento indispensabile e attenzione a usarla con parsimonia.
Valutazione: sì
Maionese light
Fornisce 450 Kcal invece delle normali 775. Può essere usata al posto dell’olio per condire carne, pesce o insalate.
Valutazione: sì ma con molta attenzione!
Fiocchi di cereali light
Forniscono 290 Kcal invece di 310. Il risparmio in calorie, zuccheri e grassi non è
così significativo.
Valutazione: no
Fette biscottate light
Forniscono 270 kcal contro le 420 delle fette comuni. Permettono un sostanziale taglio sui grassi aggiunti.
Valutazione: sì
Cracker light
Esistono infatti sul mercato crackers light e crackers senza grassi aggiunti con un ancor minore apporto calorico: i crackers comuni forniscono 460 Kcal, i light 414, quelli senza grassi 370. Attenzione a non confonderli con il tipo senza colesterolo, nel quale lo strutto e i grassi vegetali sono stati sostituiti con oli, ma l’apporto calorico è sempre intorno alle 450 Kcal.
Valutazione: no
Biscotti light
Esistono in commercio numerose tipologie: biscotti senza colesterolo, senza lattosio, senza uova, senza zucchero. Le calorie fornite sono solo leggermente inferiori ai biscotti tradizionali. Per esempio: biscotti tipo frollini 480 Kcal, biscotti senza zucchero 460 Kcal, senza latte 450 Kcal, senza colesterolo 450
Il consumo dei prodotti light, lanciati sul mercato negli anni '80, è in continua crescita. Secondo le statistiche la vendita di prodotti light aumenta dell'8% all'anno, mentre per gli altri prodotti alimentari l'aumento è solo del 3%. Come mai tanto successo? Ma ne vale la pena? Secondo noi no o solo in casi eccezionali purché si legga bene l’etichetta. Kcal. Solo leggendo ingredienti e valori nutritivi, è possibile fare una scelta adeguata
alle necessità.
Valutazione: no
Dessert light
In questa categoria rientrano le mousse, le creme di latte o di ricotta, i budini. Preparati senza zucchero o grassi. 100 g di prodotto forniscono circa 70 Kcal contro le 150 del tipo tradizionale. Possono sostituire una fetta di torta, o un gelato quando non si riesce a frenare la golosità. Non saziano molto e facilmente una porzione sembra non bastare, mandando così all’aria le speranze di ridurre l’apporto calorico.
Valutazione: sì
Coca Cola e bibite light
Zero calorie, contro le 50 della cola normale. Sia per la cola sia per le bibite light il giudizio è negativo. Meglio bere acqua in ogni caso, a maggior ragione se si è a dieta!
Valutazione: no
Birra analcolica
Fornisce 15 Kcal contro le 37 di una birra chiara. In questo caso non è tanto il risparmio calorico che suggerisce la scelta quanto la quasi inesistente gradazione alcolica: dallo zero all’1% contro il 5% della
birra comune.
Valutazione: sì, con prudenza
Marmellata light
Circa 120 Kcal a fronte delle 342 della marmellata tradizionale. Dimezza in sostanza le calorie fornite. Non è adatta per la preparazione di crostate, biscotti o altri alimenti che richiedono la cottura in forno.
Tende a liquefarsi perchè contiene una maggior quantità di acqua rispetto alla
marmellata tradizionale. L’impasto rimane umido e la cottura non uniforme.
Valutazione: sì
Patatine light
509 Kcal contro 537 delle patatine comuni. Se si rapportano i valori calorici medi a una confezione piccola di patatine, il risparmio è di circa 7 calorie (meno di 2 caramelle). Ma resta sempre uno snack ipercalorico!
Valutazione: no
Fonte: http://www.acsi.ch/
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